3 settembre 2019 h 18.00
Cinema Odeon Pisa – piazza San Paolo all’Orto

Altri film del regista: // La quattordicesima domenica del tempo ordinario // Dante //

Suspense (alta tensione: thriller e/o horror)
// BlackBerry (thriller tecnologico) // Club Zero (horror alimentare) // Come pecore in mezzo ai lupi // Sanctuary (thriller psicologico) // Beau ha paura [Beau is afraid] // Cane che abbaia non morde [Barking dogs never bite] // Preparativi per stare insieme … (thriller psicologico) // L’ultima notte di Amore (noir metropolitano) // Holy Spider // M3GAN (thriller distopico) // Bones and All (horror cannibale) // Nido di vipere // L’homme de la cave [Un’ombra sulla verità] // La fiera delle illusioni // America Latina // Raw (horror cannibale) // Titane // Doppia pelle [Le daim] // Il sospetto [Jagten] // Favolacce // Notorious! (thriller H) // Parasite // Il signor diavolo // The dead don’t die (gli zombie sono tornati) // Border: creature di confine // La casa di Jack // Gli uccelli [The birds] (horror H) // L’albero del vicino //

Se volete avere paura al cinema, non vi accostate alla ditta “von Trier” o alla ditta “Jarmusch”.
Vi faranno solo ridacchiare: il primo senza volere (sembra non accorgersi del ridicolo), il secondo di proposito (così credo).
Se volete tornarvene a casa con un po’ di paura (soprattutto dei luoghi bui), rivolgetevi alla vecchia ditta “Pupi Avati & P”, dove P sta per parenti (fratello e figlio hanno collaborato alla sceneggiatura).

La paura dipende dalle esperienze di ciascuno.

Per esempio: le credenze superstiziose della vita cattolica contadina nel Veneto degli anni ‘50 mi hanno lasciato del tutto indifferente.
Sono credenze superate da tempo: l’ostia calpestata involontariamente che si vendica causando guai, l’ostia data in pasto al verro per maleficio, il diavolo nascosto in un ragazzo deforme, il morto che sfoglia le pagine di un quaderno per dare un segno della sua presenza a un amico. Sono cose a cui non crediamo più (la mia generazione non ci ha mai creduto).

A me ha fatto paura, all’inizio, l’immagine del bambino chiuso al buio per punizione, ripresa, alla fine, nella scena più agghiacciante di tutte. Le due scene sono state realizzate con grande maestria da un regista che sa scavare nell’inconscio.

Non ho vissuto questa esperienza, per fortuna – non sono mai stato realmente chiuso al buio per punizione – forse solo nella fantasia terrorizzata di un bambino discolo.